La Scuola e il Covid-19: gli effetti sugli studenti e un progetto per sostenerli.

scuola in pandemia

Tabella dei Contenuti

Progetto del C.P.P.I. per promuovere il benessere a scuola

In questo ultimo anno, a causa della pandemia dovuta al Covid-19, la scuola ha subito dei cambiamenti radicali e in tempi estremamente ridotti. Tutti i soggetti di questo sistema, insegnanti e studenti, sono stati costrette ad altrettanti radicali “adattamenti”.

Gli insegnanti sono stati catapultati in un mondo tecnologico/informatico che prima della pandemia non era stato neanche immaginato. Gli studenti, che di tecnologia già vivevano, hanno dovuto affrontare tutte le loro già complesse difficoltà, non più con l’aiuto e il sostegno del gruppo dei pari, ma attraverso un monitor di un computer o di un cellulare.

Sulla spinta di questo nuovo scenario venutosi a delineare, il gruppo di lavoro C.P.P.I. (Centro di Psicoterapia e Psicotraumatologia Integrata) ha deciso di sviluppare ricerche e progetti rivolti alla Istituzione Scolastica.

La dottoressa Valeria Messina, insegnante di lettere, sensibile ai radicali cambiamenti avvenuti nel sistema scolastico, si è fatta portavoce di una iniziativa personale. In una classe di suoi alunni dell’Istituto Comprensivo Camozzi: ha intervistato i ragazzi di una II media con il test School Burnout Inventory (SBI).

Ai test sono seguiti interventi e discussioni in classe, con lo scopo di rilevare e identificare lo stato di stress dei giovani alunni e quanto questo abbia influito sulla loro motivazione a frequentare la scuola.
Come ella stessa afferma: “Il progetto è lungi dall’essere una soluzione al problema, quanto piuttosto è un rilevare e un identificare il disagio in quanto tale”.


Alcune evidenze del nostro studio

Ci rendiamo conto che il campione non è rappresentativo di tutte le scuole e di tutti gli studenti, ma partendo da questa realtà e confrontandosi con professionisti e genitori, si è ipotizzato che il disagio dei ragazzi è più esteso ed intenso di quanto immaginassimo.

Gli effetti della pandemia sui ragazzi in numeri

Dalla ricerca è emerso che il 40% degli studenti si è sentito “sopraffatto dal lavoro scolastico”, il 25% ha “pensato spesso di rinunciare” in quanto avvertiva un calo della motivazione, il 30% ha avuto sensazioni di inadeguatezza, altrettanti si sono chiesti “che senso ha la scuola”, il 40% vede la scuola come “causa di problemi nelle relazioni più intime con gli altri” e, indice sconcertante data l’età dei ragazzi, ben il 68,6% ha associato ai “problemi scolastici” una pessima qualità del sonno.


Sostenere i giovani a scuola, gli obbiettivi del progetto

I risultati sono stati così sorprendenti che la dottoressa Messina non ha trovato fosse giusto lasciare cadere nel dimenticatoio quello che i nostri ragazzi/e hanno vissuto in questi mesi così faticosi, molti di loro ne subiscono ancora gli strascichi.

In virtù di questo si è rivolta ai professionisti del CPPI per creare un progetto ad hoc a beneficio dei ragazzi e delle scuole.
Pertanto è stato ripensato il progetto iniziale arricchendolo di interventi fatti da esperti che si sono posti un duplice obiettivo:

  • il primo è di rilevare in più scuole e classi possibile (secondarie di I e II grado) lo stato di disagio,
  • il secondo, per le scuole che ne faranno richiesta, di creare interventi mirati e pratici che aiutino i ragazzi ad usare le proprie risorse per diminuire lo stato di stress e disagio a scuola.
    Inoltre si è pensato di insegnare loro delle attività efficaci che li aiutino ad affrontare, con flessibilità e resilienza, l’ansia laddove sia diventata pervasiva.


Un progetto contro il trauma da Covid-19

Identificare il disagio e trovare le risorse

Il progetto mira a rilevare e ad identificare il disagio percepito, a permettere che i ragazzi/e abbiano un tavolo di riflessione sulla necessità, oggi come non mai, di considerare il proprio benessere.

Si tratta di aiutarli ad attuare una ricerca dentro di sé di quelle risorse latenti atte a liberare energie positive, per superare momenti difficili come: la quarantenal’ansia da prestazione, la paura del contagio, l’assenza delle relazioni fisiche, cercando soluzioni al proprio problema e rafforzando la propria autostima

Bombardamento mediatico e Disturbo post-traumatico

Inoltre non va sottovalutato il problema della “Traumatizzazione Vicaria”. 
La ricerca scientifica ha appurato che la visione continua in televisione di notizie tragiche, di gravi accadimenti con immagini di persone che realmente rischiano la vita o l’hanno persa (ad es. le immagini di persone intubate o “le bare di Borgo Palazzo” a Bergamo), può far insorgere una sintomatologia di Disturbo da Stress Post-Traumatico altrettanto importante quanto un trauma vissuto direttamente. 

Questo “bombardamento mediatico”, associato al fatto che molti dei nostri ragazzi hanno perso i propri nonni senza avere avuto la possibilità di una cerimonia funebre che facilitasse una sana elaborazione del lutto, hanno sicuramente portato a dei vissuti pervasivi con tutte le difficoltà che ne conseguono: problemi cognitivi legati all’attenzione, problemi del ritmo sonno/veglia, disturbi alimentari, affaticamento, perdita di memoria, incremento dell’ansia, irritabilità, cattiva regolazione dell’umore e isolamento/chiusura. 
Questi appena elencati sono, appunto, i sintomi di un Disturbo da Stress Post-Traumatico.

Tenuto conto di questa realtà dei fatti, diventa molto importante lavorare il prima possibile e in modo mirato sui giovani.
Questi hanno necessità di sostegno, di rassicurazione e, data la straordinarietà degli accadimenti, necessitano di interventi altrettanto straordinari e validi che il progetto di CPPI già prevede.

Come mantenere equilibrio emotivo e psichico

Di fronte ad una situazione straordinaria ed inaspettata, come quella determinata dalla pandemia, incoraggiamo tutti, giovani, adolescenti ma anche adulti, a seguire dei principi di sana condotta quotidiana che aiutano a mantenere il proprio equilibrio emotivo e psichico:

1) riprendere, per quanto possibile, la propria routine.
In questo momento bisogna ancorarsi a ciò che è certo, noto e prevedibile. Riprendere le attività di studio e lavoro seguendo sempre le indicazioni di sicurezza vigenti;

2) svolgere attività fisica ed esporsi all’aria aperta il più possibile ora che è finalmente consentito. Scaricare le tensioni attraverso “il fare” permette un migliore riposo notturno;

3) riposarsi adeguatamente.
Svolgere rilassanti attività serali aiuta. Meglio non vedere notiziari o speciali sul Coronavirus prima di addormentarsi per non scivolare nel sonno con emozioni negative e con senso di allerta;

4) mangiare nel modo più regolare possibile e bere acqua.
Mangiare molta frutta, verdura e alimenti rafforzativi del sistema immunitario ci permette di rendere il nostro organismo più sano e forte;

5) parlare e passare del tempo con la famiglia, gli amici e, per gli adolescenti, col gruppo dei pari aiuta a riprendere contatto con la sana socialità;

6) parlare dei problemi con qualcuno di cui ci si fida.
Scegliere le persone con le quali avere un confronto empatico e costruttivo allevia i sintomi da stress;

7) fare attività che aiutano a rilassarci: yoga, passeggiate, lettura, giardinaggio, etc.


Conclusioni

Troviamo sia necessario non perdere l’attenzione verso le generazioni future tanto schiacciate dalla situazione in corso.
Grazie agli interventi mirati di esperti, è possibile riuscire a trasmettere le giuste consapevolezze che permettano ai ragazzi di usare le difficoltà come punto di forza e di ripartenza.

Ci impegniamo affinché i traumi scaturiti in questo periodo ai nostri ragazzi/e non lascino strascichi e sofferenze non elaborate che possano minare la loro serenità e benessere futuri.
A seguito di queste consapevolezze e riflessioni abbiamo completato il progetto che sarà nostra premura proporre ai dirigenti scolastici.

Progetto a cura di: Dott. Giovanni Marinoni, Dott.ssa Valeria Messina, Dott.ssa Marta Fortunato, Dott.ssa Claudia Petrera

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