La Pandemia da Covid-19 porta con sé delle esperienze di vita che condizionano il modo di vivere dei singoli e dell’intera società.
La paura del contagio, il dolore del lutto, la paura di morire, la perdita del lavoro, le difficoltà economiche: queste esperienze possono essere così dolorose e traumatiche che creano un vero e proprio blocco della personale elaborazione degli eventi.
L’EMDR – Eye Movement Desensitization Reprocessing (desensibilizzazione attraverso i movimenti oculari) diventa uno strumento prezioso, particolarmente efficace per affrontare le difficoltà derivate da questo periodo storico.
Cos’è l’EMDR? Come aiuta? Chi può beneficiarne? Scopriamolo subito.
Cos’è l’EMDR e come nasce?
L’EMDR è un metodo terapeutico integrato costituito da più fasi di lavoro che vanno dalla conoscenza della persona all’elaborazione dei ricordi disturbanti attraverso i movimenti bilaterali oculari.
Colei che per prima ebbe l’intuizione che i movimenti bilaterali oculari fossero efficaci fu Francine Shapiro (psicologa statunitense che è stata ricercatrice presso il Mental Research Institute di Palo Alto, in California, mancata nel 2019) la quale, nel 1987, passeggiando nel parco notò un effetto specifico e di sollievo a dei pensieri disturbanti, osservando le fronde degli alberi mosse dal vento. La componente emotiva sgradevole di questi pensieri diminuiva.
Ella cominciò a pensare che tali movimenti potessero arrecare sollievo a più persone. Fu così che iniziò a sperimentarli in più circostanze e a cercarne le motivazioni neuropsicologiche.
Nei molti anni di ricerche la tecnica si è evoluta e perfezionata diventando un metodo terapeutico strutturato. Si è rilevato quanto fosse efficace nel facilitare il trattamento di diverse patologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che ad esperienze più comuni ma emotivamente stressanti.
EMDR in teoria: l’Elaborazione Adattiva delle Informazioni (Adaptive Information Processing – AIP)
Con la sigla AIP – Adaptive Information Processing– si indica un processo innato in tutti gli esseri umani che è utilizzato per adattarsi agli agenti stressanti.
Queste sono le basi teoriche dell’EMDR: il presupposto è che ognuno di noi sia dotato della capacità di riorganizzare le reazioni a eventi inquietanti da uno stato iniziale disfunzionale di squilibrio a uno stato di risoluzione adattiva.
Il trauma e lo stress continuato lasciano vissuti immagazzinati in forma dannosa per la nostra mente. Questi eventi che continuano nel tempo, magari in una fase di crescita e cambiamento, possono danneggiare questo sistema di elaborazione delle informazioni e lasciare l’esperienza non risolta in una forma non sana che col tempo può far arrivare ad una sofferenza cronica fino ad una patologia conclamata.
Il trauma e la pandemia
La sofferenza psicologica, un altro effetto del covid-19
Alla luce di queste informazioni, diventa chiaro come il Covid-19 sia stato un vero e proprio innesco per un periodo di grande sofferenza psicologica.
L’impossibilità di uscire di casa, il senso di costrizione, hanno creato in molte persone dei vissuti di ansia, di rabbia, ha portato ad insonnia o a disturbi alimentari. Le immagini e le notizie angoscianti che continuavano a trasmettere i telegiornali portavano ad aumentare lo stress di tutti coloro che ne erano esposti. Ognuno di noi è stato bombardato da immagini e informazioni che creavano stress continuo e l’impossibilità di uscire e distrarsi, l’aver perso ogni tipo di routine e il non poter mettere, in molti casi, in atto delle proprie strategie di rilassamento, ha portato ad un forte disagio personale.
Le immagini più “forti” come quelle delle persone intubate, possono aver portato dei veri e propri traumi detti “vicari”: sono quei traumi che non sono stati vissuti in prima persona, ma che averli visti accadere ad altri hanno creato comunque un vissuto traumatico accompagnato da una sofferenza ugualmente intensa.
Molti hanno sviluppato una sintomatologia chiaramente da Disturbo da Stress Post Traumatico: flashback, incubi, scarso controllo delle emozioni, irritabilità, rabbia improvvisa, confusione emotiva, ansia, depressione, insonnia ecc.
Si evidenziano di recente un grande aumento dei disturbi alimentari, di gesti autolesivi da parte dei più giovani e una maggiore difficoltà a gestire le situazioni quotidiane di fatica e stress.
Inoltre non si affronta mai abbastanza quanto una mortalità così elevata abbia portato molte famiglie a vivere dei lutti molto problematici. Tante persone che hanno perso i loro cari hanno sofferto e soffrono ancora oggi della non possibilità di poter restare vicino alla persona che soffre e si spegne in completa solitudine. Tanti ancora non hanno potuto svolgere un rito funebre come si è sempre fatto da tradizione.
Questi eventi non permettono un’elaborazione fisiologica del lutto, lo bloccano, al punto che la sofferenza rimane per molto più tempo ed è molto più intensa e pervasiva. Si crea un effetto a cascata per cui se ne risente a livello lavorativo, sociale e familiare.
Il trauma della pandemia, un vero trauma sociale
Perché, quindi, il Covid-19 diventa un evento di grande sofferenza sociale?
Tanti singoli che soffrono diventano una società intera che soffre e non serve giraci molto intorno: una società piegata da eventi stressanti continui, con vissuti di perdita dei cari, del lavoro, che ha poche risorse di aiuto, esprime nell’insieme la rabbia e l’irritabilità.
Vivere in una società sofferente innesca ancora più sofferenza, pertanto, diventa più evidente che la cura dei tanti singoli porti gradualmente ad una società più sana e più forte nell’affrontare questo periodo così buio.
Come aiuta l’EMDR
Il ruolo dei movimenti oculari nella rielaborazione del ricordo
La terapia EMDR ristabilisce l’equilibrio e porta ad un rapido benessere. Le fasi procedurali che non solo approfondiscono gli eventi di stress della persona, ma anche le risorse personali innate e i movimenti oculari bilaterali della terapia permettono una rielaborazione del ricordo finché non si giunge ad una risoluzione adattiva.
Quando capita un piccolo incidente e ci si procura una ferita, il corpo è predisposto a farla guarire senza un nostro diretto intervento, ma se la ferita viene pulita, disinfettata e curata con qualche punto di sutura, si previene un’infezione, guarisce più in fretta e senza conseguenze.
La stessa cosa avviene quando si è esposti ad un vissuto di forte stress: il sistema di difesa di ognuno di noi è programmato a risolvere e rielaborare il vissuto traumatico in automatico, ma se si percepisce di essere in pericolo di vita o è in pericolo l’incolumità personale, l’elaborazione si potrebbe bloccare. Quindi l’EMDR permette di sbloccare l’elaborazione favorendo un adattamento più rapido e duraturo al ricordo e all’esperienza traumatica.
Se tanti singoli affrontano ed elaborano le proprie sofferenze, saranno in grado di vivere in modo sereno la propria quotidianità.
Dato che la pandemia è ancora in corso, con un intervento EMDR si può arrivare a vivere la propria vita anche nelle avversità e nello stress di questo periodo storico, senza subire gli eventi traumatici, ma vivendoli sviluppando una sana resilienza già insita in ogni essere umano.